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Life Insurance Policies: It's the insured’s responsibility to disclose their health conditions

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By Grace Ramos & Maria Assunta Iuorio

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Published 21 November 2024

Overview

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With the recent ruling of July 22, 2024, No. 20128, Section III, the Supreme Court reaffirms a key principle regarding life insurance policies: it is the insured's duty to disclose any illnesses or health conditions that may affect the insurance risk. Insurers, on the other hand, are not required to provide a detailed questionnaire or specify every possible condition: a general question about health status is sufficient to meet legal obligations.

The Court is clear: "No legislative, regulatory, or otherwise binding act for insurance companies mandates that a health questionnaire must be presented to the insured regarding their medical conditions."

Even if the insurer opts to use a health questionnaire, it does not need to include an exhaustive list of diseases. Previously, in ruling No. 8895/2020, the Supreme Court highlighted that a generic request to disclose relevant health conditions is sufficient to protect the insurer’s interests (a principle also affirmed in ruling No. 27578/2011).

When an insurer requests that the insured report any potentially relevant situation, such a request is sufficient to demonstrate the insurer's interest in the insured’s health conditions without requiring every individual condition to be detailed.

Thus, an insurer who, before finalizing a life insurance policy, submits a health questionnaire to the insured for risk assessment is not obligated to specifically list all medical conditions deemed relevant to the risk. Similarly, if the health questionnaire asks the insured to generally disclose any current or past medical condition, this wording cannot be interpreted as the insurer being indifferent to diseases not explicitly mentioned.

It follows that, to avoid the concealment referred to in Articles 1892 and 1893 of the Italian Civil Code, the insured cannot fail to disclose a pre-existing condition, even if the specific condition is not explicitly listed in the health questionnaire.

 

Polizze vita: spetta all’assicurato segnalare le proprie condizioni di salute

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Con la recente ordinanza del 22 luglio 2024, n. 20128, sez. III, la Suprema Corte riafferma un principio chiave per le polizze vita: spetta all’assicurato segnalare eventuali malattie o condizioni di salute che possano influire sul rischio assicurativo. Gli assicuratori, invece, non sono obbligati a fornire un questionario dettagliato né a specificare ogni possibile patologia: una domanda generica sullo stato di salute è sufficiente per soddisfare gli obblighi normativi.

La Corte è chiara: "nessun atto normativo, regolamentare o comunque avente valore vincolante per le compagnie assicuratrici impone allo stato di sottoporre all’assicurando un questionario anamnestico sulle proprie condizioni di salute".

Anche se l’assicuratore sceglie di utilizzare un questionario anamnestico, non è necessario che quest'ultimo includa un elenco minuzioso di malattie. Già in passato, con la sentenza n. 8895/2020, la Cassazione aveva sottolineato che una richiesta generica di indicare condizioni di salute rilevanti è sufficiente a tutelare l’interesse della compagnia (principio affermato anche con la sentenza. n. 27578/2011)

Qualora l’assicuratore richieda all’assicurato di segnalare qualsiasi situazione potenzialmente rilevante, tale richiesta è infatti sufficiente a manifestare l’interesse dell’assicuratore verso le condizioni di salute del contraente, senza necessità di dettagliare ogni singola patologia.

Dunque, l'assicuratore che, prima della stipula di un'assicurazione sulla vita, sottopone al contraente un questionario anamnestico per la valutazione del rischio, non ha alcun onere di indicare analiticamente tutti gli stati morbosi che ritiene influenti sul rischio. Nello stesso senso, ove il questionario anamnesico ponga all'assicurato una generica richiesta di dichiarare ogni stato morboso in atto o pregresso, tale formulazione non può essere interpretata come disinteresse dell'assicuratore alla conoscenza di malattie non espressamente indicate.

Ne consegue che, per escludere la reticenza di cui agli art. 1892 e 1893 c.c., non può essere dall'assicurato sottaciuta l'esistenza di una patologia preesistente anche se tale specifica patologia è elencata nel questionario anamnestico.

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